Film biografico del 2016 incentrato sul periodo in cui Miles Davis nel 1979 si ritirò dalle scene per qualche anno.
Ad impersonare Miles c’è il bravo Don Cheadle, ma questo non basta a rendere il film almeno accettabile. La sceneggiatura ricorre in modo ossessivo all’uso del flashback rendendone discontinua la linea narrativa e noiosa la visione.
La figura di Davis ne esce come quella di un malavitoso dal grilletto facile,un tossico, un violento. Il genio della tromba in questo film spara come in un film di gangster degli anni 30. Ci si aspetta che tra un inseguimento ed una sparatoria esca James Cagney a rimettere a posto le cose. Questo film non dovrebbe essere considerato un film biografico ma appartenente al genere azione-poliziesco , uno zeta movie. Davis è stato un personaggio sicuramente controverso ma è stato uno dei più influenti musicisti del 900. Si meritava di meglio.
Ci si sarebbe aspettato che un film su Davis avesse al centro la sua musica, invece in questo orripilante lungometraggio la musica diventa marginale, un contorno, un appendice. La sceneggiatura si sofferma in modo esagerato sui problemi matrimoniali del protagonista lasciando tutto il resto, e sarebbe stato molto più interessante, in ombra. Quante cose si sarebbero potute dire su Miles Davis considerando che la sua biografia (quella vera e non romanzata) è ricca di momenti epici e memorabili; a cominciare da tutti i valenti musicisti di cui si è circondato nel corso della vita, e dalla rivoluzione che ha determinato nel jazz, il modale, il periodo elettrico e la nascita della fusion che fu una sua creatura.
Un occasione persa, un film di stampo dilettantesco, un crimine contro l’umanità.
Questo film non regge nemmeno lontanamente il confronto con “Ray “, film biografico su Ray Charles. Mi sono pentito di aver buttato due ore di tempo per vedere questa letterale spazzatura.