I diritti connessi ad un opera musicale si suddividono in tre categorie
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Diritto d’autore (spetta unicamente al compositore/i e all’autore/i della parte letteraria del brano) e riguarda tutti i diritti connessi con l’opera.
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Diritti di riproduzione meccanica o diritto di master (lo detiene il proprietario del master ovvero dell’incisione fonografica, sia che abbia un supporto fisico (CD, Vinile, DVD ecc), o sia che sia su file digitale e quindi immateriale. Viene diviso tra l’editore e l’autore in percentuali definite da un contratto.
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Diritti di di esecuzione di un brano. Sono le royalties generate dal’esecuzione ad esempio durante un concerto. Anche queste vengono divise tra l’editore e l’autore previo contratto.
Queste in linea generale sono le tre parti principali del diritto d’autore, i compensi maturati dagli aventi diritto vengono chiamate royalties.
La disciplina è molto complessa e muta in funzione della legislazione di ogni singolo paese.
Le società che si occupano di intermediazione per conto degli autori sono identificate dall’acronimo inglese (PRO). SACEM, BMI, ASCAP, SIAE ecc.
Quello di cui non si occupano queste società riguarda il licensing ovvero la facoltà di vendere licenze d’uso di sincronizzazione per l’utilizzo audiovisivo ( film, fiction, pubblicità ecc). Della concessione delle licenze se ne occupa l’editore o direttamente l’artista in caso di auto produzione.
Le licenze si dividono in esclusive e non eclusive . Nel primo caso non è possibile cedere ad altri la licenza di quel brano e per questo sono molto più costose e vincolanti di quelle non esclusive.
I diritti nell’epoca di internet
Dopo la crisi nella vendita dei dischi avvenuta dalla fine degli anni 90 e l’inutile e dannosa guerra alla pirateria da parte dell’industria discografica, si è andato diffondendo l’utilizzo legale dell’ascolto (streaming) dietro o pagamento di un piccolo canone mensile, oppure gratis ma con l’inserimento di uno spot pubblicitario tra un brano e l’altro.
Youtube prevede per gli autori/editori un contratto chiamato partner ed un algoritmo di riconoscimento chiamato content-id che monitorizza tramite metadati tutti i contenuti audiovisivi pubblicati sulla sua piattaforma, e provvede al pagamento delle royalties in modo analitico direttamente alle PRO. Inoltre ,nel caso venisse pubblicata una musica in un canale ,senza averne licenza per farlo, il programma di content id provvederà in automatico ad effettuare una rivendicazione di violazione di copyright . Dopo questa rivendicazione l’utente dovrà: o rimuovere il brano dal video , oppure accettare l’inserimento di una pubblicità all’interno del proprio video i cui proventi andranno divisi tra Youtube e l’autore.Dopo tre rivendicazione di copyright il canale e l’utente viene bloccato da Youtube a tempo indeterminato
Itunes e Spotify sono attualmente le aziende leader del servizio di streaming musicali . Spotify divide il70% di tutto il suo fatturato (pubblicità e abbonamenti) agli aventi diritto ed il restante 30% lo tiene per se. Entrambe hanno un catalogo di musica immenso.
Altre società che si occupano di streaming musicale sono: Deezer, Pandora,Google Music, Raphsody
Creative Commons e Pubblico Dominio
Le licenze creative commons nascono con lo sviluppo dell’informatica e la necessità di condividere l’uso del software in modo gratuito e flessibile rispetto ad un concetto di copyright rigido. In pratica sono delle licenze d’uso dove , a seconda dei casi, consentono la libera condivisione e la copia di un opera. A volte possono escludere l’uso commerciale o la modificazione.
Viceversa le opere di pubblico dominio sono totalmente svincolate dal diritto d’autore. Diventano di pubblico dominio tutte le musiche di un certo autore a partire dai 70 anni dopo la morte.Oppure quando l’autore è anonimo. E’ bene sottolineare che sono di pubblico dominio le composizioni, ma non le diverse incisioni discografiche fatte da essa.
Facciamo qualche esempio:
Decido di fare una cover di “Morning has broken” che è un brano tradizionale irlandese di pubblico dominio. Lo incido ed avrò solo le royalties per la riproduzione meccanica (punto 2 all’inizio della pagina) ma non per la composizione. Non avrò royalties dalla versione fatta da Cat Stevens.
Come tutelare la paternità di un opera dal plagio?
In passato era molto scomodo ottenere una prova legale opponibile a terzi di avere scritto una musica in una certa data (notaio, SIAE). Ora grazie alla tecnologia diventa molto semplice ed economico.
Basta richiedere l’attivazione di una firma digitale (non confondere con la PEC) . Dopo una certa procedura vi verrà consegnata una card con un lettore USB al costo di una ventina di euro (una sola volta).Per ogni nuovo brano potrete firmare con questa card lo spartito o l’MP3 od entrambi in un file zippato ed apporre una marca temporale al file che conterrà una prova avente valenza legale a tempo indeterminato che in quella data avete scritto quel brano.
I distributori di musica digitale
Al giorno di oggi basta un laptop per produrre musica in modo professionale, non è facile ,ma è possibile. E sono sempre di più i musicisti che scelgono la strada dell’auto produzione. In questo modo è possibile non avere intermediari tra voi e la vostra musica. Per poter pubblicare i vostri lavori sui digital store come Itunes o Spotify ed i servizi di streaming dovete comunque avere un distributore.
DISTROKID.COM,CDBABY,TUNECORE e moltissimi altri
Alcuni prevedono un costo mensile, altri una percentuale sui guadagni in genere 85% artista 15% distributore. Altri i più seri prevedono una selezione iniziale. Consiglio di valutare molto attentamente quale scegliere. Vedete tutti i feedback di ogni singolo distributore sparsi in rete dagli altri artisti può aiutare nella scelta.